Apollo

La farfalla di montagna

Apollo

Facilmente riconoscibile per le sue belle ali bianche con caratteristiche macchie rosse, Parnassius apollo stata la prima farfalla inserita nelle liste di protezione ambientale. Il suo numero è infatti in diminuzione sia a causa del cambiamento climatico, che rende troppo caldi i territori alle quote minori, sia per l’abbandono della montagna e il conseguente avanzare del bosco, che riduce gli spazi aperti ai quali la specie è legata.

CICLO DI VITA

Gli adulti

Le farfalle Apollo adulte sono abbastanza grosse e vivono in genere 1-2 mesi in estate, soprattutto in luglio e agosto, quando si vedono volare in spazi soleggiati come i prati o le giavine. Particolare è il “comportamento geloso” del maschio: durante l’accoppiamento, secerne una sorta di gelatina che, solidificandosi sull’addome della femmina, le impedisce ulteriori accoppiamenti con altri maschi.

Le uova

Deposte su substrati legnosi, licheni e foglie sempreverdi come quelle del ginepro, rappresentano la forma di svernamento, anche se in esse si trova già la larva pienamente sviluppata, che aspetta la stagione calda per uscire.

Le larve

I bruchi sono nerastri con macchie arancioni e setole corte. Le loro piante preferite sono quelle succulente, come la Crassulaceae, adattatesi ai climi secchi in virtù della capacità di accumulare acqua nelle foglie.

Le pupe

I bozzoli di Apollo sono in genere rinvenibili tra i sassi o sul muschio.

DIFFUSIONE

L’Apollo si può trovare sulle montagne principali di Europa e Asia Centrale. Anche se è talvolta presente a quote inferiori, è più facilmente rinvenibile al di sopra dei 1200 metri, arrivando fino ai 2500. Nelle Alpi è molto diffuso, mentre sull’Appennino è in diminuzione ed è riscontrabile solo in alcune zone.

Una farfalla apollo fotografata il 27 agosto 2007 nei prati dell’Alpe Ciamporino, nel Comune di Varzo, a circa 2000 metri di quota.