L'Aconito

L'Aconito

Sulle montagne ossolane si registra la presenza di due specie di aconito caratteristiche delle Alpi: Aconitum napellus e Aconitum lycoctonum. Come molte piante della loro famiglia, le Ranunculaceae, sono dotate di tossicità. Prediligono luoghi umidi e ombreggiati per cui le si ritrova soprattutto in zone rivolte a Nord. Superano spesso il metro di altezza e sono facilmente distinguibili per la forma del fiore, con il sepalo superiore a forma di elmo, e delle foglie, palmate e riccamente dentate con profonde incisioni. Aconitum napellus ha i fiori di un bel colore blu intenso e si ritrova a volte anche nei prati in cui erano stati sparsi i liquami delle stalle, fino a oltre 2500 metri di altitudine. Aconitum lycoctonum ha fiori giallo tenue ed è più frequente in zone rocciose, fin verso i 2100 metri. Fioriscono da giugno a settembre e, per il piacevole aspetto, sono a volte coltivati anche in giardini.
La tossicità è dovuta a diversi alcaloidi diterpenici (tra i quali soprattutto l’aconitina in Aconitum napellus, la licaconitina e la mioctonina in Aconitum lycoctonum), presenti in tutta la pianta, ma soprattutto nelle radici tuberose. Queste ultime, opportunamente essiccate e diluite, venivano un tempo impiegate in medicina tradizionale come analgesico, antinfiammatorio, antireumatico e calmante della tosse. L’utilizzo è stato però limitato a causa della pericolosità molto elevata, soprattutto a seguito di ingestione: i sintomi si presentano nel giro di un quarto d’ora con sudore e formicolii, ai quali fanno seguito torpore, alterazione del ritmo cardiaco, paralisi dei nervi periferici e morte per arresto respiratorio. Si tratta di uno dei più potenti veleni vegetali conosciuti e pochi grammi di radice fresca sono talvolta sufficienti a uccidere una persona adulta, tanto che in passato l’estratto della pianta veniva usato per avvelenare la punta delle frecce. Essendo composti altamente lipofilici, possono essere assorbiti anche attraverso la pelle, ad esempio quando si tiene in mano un mazzo di fiori per un certo tempo, provocando prurito e vescicole.

Per la ricchezza di ambienti umidi e ombreggiati, l’Ovigo della Valdivedro è un luogo ottimale per la crescita dell’aconito. Qui si vede Aconitum napellus nei pressi di Camona (07.08.2022) e Aconitum lycoctonum nei pressi di Albiona di Fuori (14.08.2019).