Tingide del platano

BUON GENITORE MA DANNOSO

Tingide del platano

Le tingidi sono dei piccoli emitteri eterotteri dannosi per le piante in virtù dell’apparato boccale pungente e succhiante presente in neanidi, ninfe e adulti. Ne esistono diverse specie, simili fra loro ma con preferenze diverse riguardo agli alberi sui quali si nutrono. Corythucha ciliata, oltre che il platano, attacca il frassino e il tiglio. Di origine nordamericana, è giunta in Italia nella prima metà degli anni ’60.

CICLO DI VITA

Gli adulti

Di colore biancastro e lunghi meno di mezzo cm, presentano ali appiattite, trasparenti e reticolate che sporgono abbondantemente dal corpo. Si trovano di preferenza nei pressi del picciolo e delle nervature principali sulla pagina inferiore delle foglie, dove vivono con le forme immature, provocando una decolorazione fogliare a partire dalle parti basale e centrale. Oltre a nutrirsi della linfa presente nelle cellule vegetali, depongono le uova nello spessore della foglia stessa, lasciandole sporgere per circa un terzo della lunghezza con una parte che viene ricoperta da escrementi nerastri. D’inverno resistono bene alle basse temperature riparandosi in anfratti della corteccia o del terreno circostante per poi accoppiarsi in primavera inoltrata, dando luogo a tre generazioni all’anno: la prima è attiva già a giugno, la seconda a luglio e la terza, che svernerà, a fine estate.

Le uova

Ben visibili sotto forma di punti scuri in rilievo sulla pagina inferiore delle foglie, schiudono dopo circa 3 o 4 settimane.

Le neanidi e le ninfe

Di colore scuro e prive di ali, si nutrono voracemente e, attraverso cinque stadi, danno luogo a una generazione di adulti in circa tre settimane.

DIFFUSIONE

Le tingidi non compiono dei lunghi voli ma si diffondono facilmente grazie al trasporto passivo esercitato dall’uomo. In contesti urbani possono anche rinvenirsi all’interno delle abitazioni, provocando irritazioni cutanee in soggetti particolarmente sensibili.