Alla scoperta della Val Vogna

La Val Vogna è una delle valli più belle della Valsesia. Situata nella parte orografica destra, si prolunga per una quindicina di km lungo il torrente Vogna, insinuandosi tra la Val d’Otro (a nord) e la Valle Artogna (a sud). In basso si diparte dal Comune di Riva Valdobbia, che unitamente alla vicina Alagna era chiamata Pietre Gemelle (nome dovuto a due macigni, ancora oggi visibili sulla strada).

In alto sfocia su alcuni storici passi di collegamento con la valdostana Valle del Lys (dove si trova Gressoney), raggiungibili attraverso bellissime escursioni in ambiente suggestivo. Tra questi, spiccano il Passo del Maccagno (2493 m), sovrastante l’omonimo alpeggio che ha dato il nome al celebre formaggio DOP, e il Colle di Valdobbia (2480 m), sul quale fin dal 1822 è presente l’ospizio fatto costruire dal canonico Nicolao Sottile. Questi valichi, infatti, sono stati attraversati per secoli da generazioni di pellegrini e migranti stagionali che si recavano in Francia e Svizzera. La Val Vogna è una tipica area di cultura walser, i cui primi rappresentanti, provenienti da Gressoney, si sono stabiliti in località Peccia nel 1325.

L’escursione qui proposta offre la possibilità di immergersi in tale civiltà proprio a partire dall’architettura peculiare e dalla conformazione dei nuclei abitativi, tutti disposti a breve distanza lungo un facile percorso di notevole bellezza che, dopo tre quarti d’ora di salita, si addentra per circa 5 km nella valle, senza dislivelli di rilievo, toccando ben sette località attorno ai 1500 metri di quota, ognuna caratterizzata da particolari specificità.

Il ritorno viene abbreviato dalla presenza di una strada per lo più sterrata, asfaltata nell’ultimo tratto, attraverso altri  quattro nuclei tipici.

INDICAZIONI LOGISTICHE

Ritrovo al parcheggio di Riva Valdobbia (1114 m) (GD : 45.833659, 7.951439). Giungendo da Varallo, non si entra in paese alla prima indicazione, ma si prosegue brevemente verso Alagna. Dopo essersi lasciati sulla destra l’area denominata “Lo Chalet” (con campi da tennis, un grande parcheggio e un campo da calcio), si trova l’indicazione di svoltare a sinistra verso “Valle Vogna” e nuovamente “Riva Valdobbia”. A sinistra dell’inizio della strada per la Val Vogna (indicata da cartelli turistici di colore marrone) c’è il parcheggio.

Per chi viene dal VCO, Riva Valdobbia si trova a circa 60 km da Omegna, attraverso il Passo della Colma. Provenendo invece da sud, conviene uscire allo svincolo di Romagnano Sesia dell’autostrada A26, da cui risalire la Valsesia per 65 km. I tempi di percorrenza dipendono sensibilmente dal periodo, poiché  la zona è molto turistica (frequentata per le ascensioni sul Monte Rosa e cime limitrofe, le escursioni di vario tipo, le palestre di roccia, il rafting e la mountain bike, oltre che per gli itinerari artistici e culturali). Pertanto, nei fine settimana, specie nei mesi di luglio e agosto, il traffico costringe a un transito rallentato. Inoltre, nei giorni di punta si ha difficoltà a trovare parcheggio nei pressi della partenza del sentiero, per cui bisogna lasciare l’auto più a valle e risalire un tratto di strada a piedi.

DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO

Prima di imboccare la valle, a poca distanza dal parcheggio si può ammirare la magnifica facciata della chiesa parrocchiale di San Michele, monumento nazionale, con il suo grandioso affresco che raffigura il Giudizio Universale e, a fianco, San Cristoforo. L’opera è stata realizzata nel 1597 da Melchiorre d’Enrico, fratello minore di Tanzio da Varallo.

Ripresa l’auto, si sale in Val Vogna per circa tre chilometri, fino a Ca’ di Janzo (1354 m), dove si parcheggia presso l’ex albergo Alpina che, nel 1898, aveva ospitato la regina Margherita. I primi 45′ di cammino si snodano lungo la bella mulattiera che permette di raggiungere la piacevole località Selveglio (1550 m), caratterizzata dalla chiesetta della Madonna del Carmine e da grandi case d’epoca con le tipiche rastrelliere walser che occupano gran parte della facciata.

Appena fuori dalla frazione si incontra l’incredibile cappella di San Defendente, con un caratteristico tetto aggettante e tre meridiane disposte su altrettante pareti (nel corso dell’escursione, di tali orologi solari se ne incontrano ben nove!).

Il sentiero prosegue pianeggiante e in una quindicina di minuti si raggiunge la località Oro (1510 m), dove, accanto all’oratorio di San Lorenzo, si possono ammirare notevoli esempi di architettura walser. È presente anche un’interessante fontana coperta, con l’acqua proveniente da tre sbocchi diversi.

Dopo altri quindici minuti si arriva a Ca’ Vescovo (1466 m), dove alcune pregevoli case a rastrelliera sono ornate da pietre apotropaiche sui camini e sui culmini dei tetti. Nella frazione spicca un bellissimo forno racchiuso in un voltone di pietra.

Ancora 20′, sempre più o meno allo stello livello, e si giunge a Rabernardo (1453 m), dove la mulattiera passa direttamente attraverso il portico dell’oratorio della Madonna della Neve. Nella frazione si trovano ben tre forni per il pane. È presente anche un museo etnografico che ricostruisce l’interno di una tipica casa walser. Roberta, la proprietaria, è disponibile a offrirci una visita personalizzata a prezzo agevolato (3 euro a testa).

Attraverso vedute panoramiche si sale in circa venti minuti al Selletto (1537 m), caratterizzato da un altissimo abete, e in breve si scende a Cambiaveto (1499 m), dove è presente un sasso coppellato.

Il sentiero si abbassa leggermente per attraversare un torrente, poi risale e in pochi minuti raggiunge la località Piane (1494 m), divisa in due nuclei.

Nella parte superiore, è ancora ben saldo un paravalanghe in pietra a secco costruito nel 1560, quando gli effetti della Piccola Età Glaciale si erano resi visibili anche sulle nostre Alpi.

Fa seguito un tratto in leggera discesa, tra prati ben curati, fino a raggiungere la località Peccia (1449 m), in passato distrutta più volte dalle valanghe. Oltrepassata la chiesetta di San Grato, si può attraversare il ponte costruito dai soldati napoleonici agli ordini del generale Teodoro Lechi in occasione del loro passaggio, avvenuto nel maggio del 1800.

Da Peccia si torna verso valle lungo una strada sterrata che in circa 45′ porta alla località Sant’Antonio (1380 m), con la sua bella chiesetta e il rifugio (con servizio bar), sede di tappa della GTA (Grande Traversata delle Alpi). Da lì, con altri 20′ di strada asfaltata tra le interessanti case walser delle località Ca’ Verno, Ca’ Morca e Cà Piacentino, si torna al punto in cui si era lasciata l’auto.

Opzionalmente, sulla via del ritorno, prima di giungere a Varallo si può fare una deviazione di pochi km per recarsi a Boccioleto (667 m), su cui svetta il suggestivo roccione chiamato Torre delle Giavine. In questo piccolo Comune si può cenare presso il Giacomaccio, uno dei migliori ristoranti della Valsesia, rinomato per i piatti tipici, la birra artigianale e i liquori della tradizione.

...e ancora

QUANDO

Ritrovo : ore 9.00 Durata del percorso : 5 ore (9.00-14.00)

DOVE

Ritrovo presso il parcheggio di Iselle di Trasquera, sulla Statale n. 33 del Sempione, all’ingresso dell’abitato (200 metri prima della dogana italiana)

FOCUS

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