Il sentiero Unesco dell'Aletsch

Il ghiacciaio svizzero dell’Aletsch, con i suoi 22 km di lunghezza e gli oltre 110 km2 di estensione, è il più grande di tutto l’arco alpino. Nasce nell’Oberland Bernese ai piedi di famose vette come l’Aletschhorn, la Jungfrau, il Mönch e l’Eiger. In corrispondenza della Konkordiaplatz, il punto in cui si uniscono i tre ghiacciai che lo formano (Aletschfirn, Jungfraufirn ed Ewigschneefeld), raggiunge uno spessore attorno al chilometro. Dopo una spettacolare curva a destra, si estende verso sud e termina in prossimità di alcune rinomate località turistiche vallesane della Val di Goms: Belalp a ovest, Riederalp, Bettmeralp e Fiesch a est. Con il suo lento procedere di circa mezzo metro al giorno, l’enorme massa glaciale si frammenta in innumerevoli seracchi e forma suggestive strisce scure di materiale morenico trasportate sulla sua superficie. Lungo l’itinerario qui proposto la vista spazia su 11 cime di oltre 4000 metri (dal Cervino al Monte Bianco) e su tantissime altre che superano i 3500 (dal famigerato Eiger al nostro Monte Leone).

DOVE

Ritrovo nel parcheggio della stazione di Varzo (532 m) (coordinate geografiche: 46.2064 N, 8.2451 E) e continuazione fino alla vicina stazione di Iselle (633 m), dove si sale con l’auto sul treno navetta che in circa 20′ raggiunge Briga (677 m) attraverso la galleria del Sempione (pagamento on line o all’arrivo). In circa 10′ si raggiunge la stazione di Betten (832 m), dove si parcheggia e si prende la funivia per Bettmeralp (1970 m). In 15′ a piedi si raggiunge poi l’ovovia per il punto panoramico del Bettmerhorn (2647 m).

AVVERTENZE

Il sentiero Unesco dell’Aletsch inizia con due ore di entusiasmante camminata lungo una cresta rocciosa formata da grossi blocchi di gneiss. Per renderlo fruibile a un grande pubblico, questo tratto è stato provvisto di corrimani, passerelle, fittoni e gradini di ferro. Tuttavia si tratta sempre di un itinerario di alta montagna, sconsigliabile a chi ha seri problemi di vertigini. Del resto, sarebbe un peccato trovarsi in un posto così bello senza potersi gustare tranquillamente il magnifico panorama in quanto eccessivamente preoccupati per l’esposizione del tracciato. Va inoltre tenuto conto che ci si viene a trovare a un’altitudine prossima ai tremila metri, e per di più, essendo saliti rapidamente in funivia, non si ha il tempo di un’adeguata acclimatazione. Pertanto, la proposta è riservata a quanti dispongono di un buon allenamento e di una sufficiente pratica a muoversi su terreni impervi. Considerata la quota, oltre a calzature da trekking provviste di una buona suola antiscivolo occorre dotarsi di abbigliamento da indossare qualora la temperatura si abbassi sensibilmente. In ogni caso, visto che la peculiarità del luogo è data dalla sua grande panoramicità (delle circa 7-8 ore di percorrenza, ben 5 sono caratterizzate da un’ampia veduta sul ghiacciaio), l’escursione è consigliata solo in caso di giornate terse.

PERCORSO

Dal bar-tavola calda (con finestroni, terrazza panoramica e pannelli informativi sul ghiacciaio) posto al punto di arrivo dell’ovovia, con l’ausilio di alcune passerelle di legno si sale in meno di 30′ alla croce del Bettmerhorn (2812 m). Da lì la cresta procede con qualche su e giù fino al punto più alto (2871 m), sito poco oltre la metà. Segue la discesa (forse il tratto più esposto) sull’Elselicka (2724 m), dove termina il tratto roccioso. Per ampio sentiero, in tre quarti d’ora si raggiunge la stazione d’arrivo della funivia dell’Eggishorn (2869 m), dove sorge un bar-tavola calda con pannelli esplicativi sulle montagne circostanti. In meno di mezz’ora si raggiunge senza difficoltà la vetta dell’Eggishorn (2926 m), il punto più alto dell’escursione. Ridiscesi alla stazione della funivia, si imbocca il sentiero che, attraverso la Tälligrat (2610 m), scende in un’ora e 15′ al lago di Vorder (2360 m), dove ha sede il rifugio Gletscherstube. Da lì, passando accanto agli incantevoli laghetti di Märjelen (2302 m), cosparsi di eriofori e ricchi di girini, si torna ad affacciarsi sul ghiacciaio, raggiungibile in meno di 10′. In questo punto se ne può valutare lo spessore e, volendo, lo si  può calpestare per un breve tratto. Poi, lungo un piacevole sentiero posto a poca distanza dalla lingua glaciale, lo si percorre in senso inverso rispetto a quello di cresta. Dopo circa un’ora e mezza si lascia l’itinerario che scende a Bettmeralp e si prende a sinistra l’erta salita che, con continui tornanti, in meno di mezz’ora riporta all’ovovia del Bettmerhorn, dove si era partiti.

NOTE

Gli 824 km2 dell’area Jungfrau-Aletsch sono stati proclamati patrimonio alpino naturalistico mondiale dell’Unesco (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) nel 2001. Il grande ghiacciaio che ne è al centro costituisce senz’altro l’attrazione maggiore. Purtroppo i glaciologi segnalano che negli ultimi 150 anni si è ridotto di circa 3 km di lunghezza e, perdurando l’attuale tendenza al riscaldamento climatico, entro fine secolo si sarà fuso per oltre il 90% del suo volume.

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