La conca di Bielti e il Tschawinersee

Questa escursione si svolge interamente nell’elvetica Zwischbergental, appena al di là del confine italiano. Fino al 1495, la valle faceva parte del ducato di Milano con il nome di Val Vaira. Ma quell’anno, con due trattati stipulati il 9 gennaio e il 25 giugno, Ludovico il Moro, per porre fine agli scontri armati che si protraevano da ormai quasi due secoli, cedeva la zona a Jost von Silenen, vescovo di Sion. La valle è molto lunga e dagli 854 metri di Gondo sale fino allo Zwischbergenpass (3268 m) che, incuneato tra il pizzo d’Andolla (3657 m) e la Weissmies (4023 m), immette nella Valle di Saas. L’escursione qui indicata permette di coglierne diversi aspetti: selvaggio e immerso in una fitta vegetazione nella prima parte, panoramico in quella centrale e, dopo il passaggio presso lo stupendo Tschawinersee, su tranquilli sentieri che attraversano laghetti e boschi ben ordinati in quella finale.

DOVE

Provenendo dall’Italia, appena dopo la dogana svizzera di Gondo si scende a sinistra e, superato il ponte sul torrente Grosse Wasser, si risalgono dieci ripidi tornanti che portano all’imbocco della Zwischbergental. La strada si fa poi meno ripida e, superati due paravalanghe, incontra sulla sinistra la diga di Sera Stausee. Al bivio situato poco più avanti non si prende la strada a destra, che sale a Furggu, ma si continua in piano per circa un km fino a parcheggiare nei pressi del ponte carrozzabile che attraversa il torrente sulla sinistra (1328 m) (46,159 N; 8,115 E).

PERCORSO

Da lì si inizia a camminare senza attraversare il ponte (dal quale si proverrà al ritorno) ma continuando sulla strada sterrata che si inoltra nella valle. Dopo circa un km la si lascia per attraversare il torrente grazie a un guado in cemento. Percorrendo la bella mulattiera erbosa che sale verso Cheller, in circa 25′ si raggiunge la deviazione per Bielti (1560 m), indicata con vernice rossa su un sasso. Questa sale ripida e discontinua, ma qua e là si scorgono i segni che aiutano a non perdere la traccia. Giunti in un’ora e mezza a Grosse Stafel (1922 m), dove una vecchia stalla presenta sul retro il tipico cuneo di sassi per proteggerla dalle valanghe, la traccia prosegue nel bosco sulla destra, ma risulta meno evidente e in circa 45 minuti porta al bivio per l’Alpe Pontimia, località che si raggiungerebbe andando a destra. Si prosegue invece sulla sinistra e, con un traverso in parte su giavina e in parte su fondo reso un po’ disagevole dai rododendri, si entra nella bellissima conca di Bielti, delimitata sulla destra (salendo) dal Pizzo Straciugo (2713 m) e dalla Cima d’Azoglio (2611 m). Tra di esse si apre il Passo di Vallaro, un tempo molto utilizzato dai contrabbandieri ma oggi poco frequentato in quanto presenta una scomoda pietraia sul versante svizzero e un ripido pratone che scende al Lago di Campo, sul versante italiano. Imboccata la conca, il sentiero risulta ben evidente: si incontrano interessanti rocce montonate e si superano un paio di torrenti che comportano una breve discesa, dopo il secondo dei quali si vedono i mucchi di sassi dovuti alle operazioni di spietramento eseguite presso l’alpeggio di Obers Irgili (2214 m), da tempo abbandonato e di cui rimane ben poco. Il sentiero si fa poi un po’ più ripido e sale in meno di 30′, cioè circa un’ora e mezza da quando si è entrati nel vallone, al Tschawinerpass (2401 m). Dal passo il panorama è stupendo, con il gruppo Andolla (3657 m) – Weissmies (4023 m) – Lagginorn (4010 m) – Fletschhorn (3993 m) da una parte, e Monte Leone (3553 m) dall’altra. In basso si staglia il bellissimo Tschawinersee (2174 m), uno dei laghi più spettacolari delle Alpi, con le sue due penisole che danno luogo a tre insenature e i suoi oltre 6 ettari di acque azzurrissime. Vi si scende in circa tre quarti d’ora lungo un tracciato ben segnalato che presenta però alcuni tratti disagevoli su pietraia. Giunti sulle rive del lago, è d’obbligo effettuarne il periplo in senso antiorario, portandosi cioè contro montagna, così da poter ammirare la veduta mozzafiato del Monte del Leone con l’Alpiergletscher che si specchiano nell’acqua. Dal lago si dipartono quattro sentieri: uno è quello verso il Tschawinerpass da cui si proviene, l’altro risale una larga valletta e conduce ai passi di Oriaccia e di Gattascosa, mentre due scendono verso l’Alpe Waira. Di questi, conviene prendere quello che si dirama a circa due terzi (nel senso di marcia) della sponda orientale (l’altro si diparte invece dal vertice settentrionale, raggiungibile poco più avanti). In questo modo, si ha l’occasione per passare accanto a un altro splendido laghetto, poco più avanti del quale, a un bivio sito a 2149 metri di quota, bisogna prestare attenzione a prendere il sentiero di sinistra, lasciando a destra quello che si dirige verso la Val Bognanco. Superata la vicina Alpe Tschawina (2103 m), in dieci minuti si scende al Wairasee (2042 m) e in un’altra mezz’ora all’Alpe Waira (1847 m). Continuando per il bel bosco di larici, in circa 15′ si raggiunge il bivio sulla strada sterrata che sale verso il Passo di Monscera. La si percorre in discesa e dopo poco più di 500 metri si prende sulla destra il sentiero ben segnalato che l’interseca in altri quattro punti. Arrivati all’ultima intersezione lo si lascia, così da rimanere sulla strada e giungere più rapidamente al punto in cui si era parcheggiata l’auto.

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