L'anello di Genuina

Genuina è uno storico alpeggio sito in posizione panoramica poco sotto la sommità massima della Colmine, la catena che divide la Valle Antigorio dalla Val Divedro. Trovandosi sulla linea di displuvio, è priva di acqua, cosicché gli alpigiani di un tempo avevano dovuto scavare una cisterna nella roccia. Vi si giunge attraverso un bellissimo sentiero nel bosco, per poi scendere a Cheggio, dove sono visibili numerose testimonianze interessanti della vita di un tempo, tra le quali un grande abbeveratoio scavato nel 1877 in un unico blocco di sasso. Da lì si torna al punto di partenza passando da una cappella costruita in uno dei punti più panoramici di tutta la valle Antigorio.

DOVE

Ritrovo nel parcheggio di Foppiano (1217 m) (coordinate geografiche: 46.2325 N, 8.2902 E). Giungendo a Crodo da Domodossola, dopo aver superato i grossi edifici fatiscenti che ospitavano le terme di Crodo si lascia la strada principale e si sale a sinistra verso il centro del Paese. Oltrepassati la chiesa e il municipio, dopo circa 200 metri si prende a sinistra la deviazione per Foppiano. In circa 3 km di ascesa, dopo aver attraversato la frazione Mozzio, si perviene a Viceno dove, nei pressi della chiesa, si lascia la strada che scende a Cravegna e si prende quella che sale a sinistra per un altro paio di km fino al parcheggio adiacente all’albergo Pizzo del Frate.

DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO

I primi 30′ di percorso si svolgono in una bellissima abetaia che ospita diversi massi per gli appassionati di bouldering e un grosso macigno attrezzato per l’avvicinamento dei bambini all’arrampicata. Giunti a Camplero (1380 m), la salita si fa un po’ più ripida e in un’oretta porta al passo denominato Buca del Lupo (1602 m). Da lì, con percorso che non presenta dislivelli di rilievo, si percorre la suggestiva dorsale della Colmine tra conifere secolari e grossi formicai, superando dopo circa 30′ il Passo della Colmine e giungendo, in un’altra mezz’ora, alla bellissima Alpe Genuina (1695 m). Una leggenda narra che ci vivesse un drago alato, il quale ogni giorno volava ad abbeverarsi presso la piccola sorgente dell’Acqua Fredda, situata sopra Albiona, sull’opposta catena dell’Ovigo. Il drago è poi stato ucciso a schioppettate e la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana è stata scavata davanti alle stalle. La posizione culminante dell’area ha spinto gli alpigiani a costruire un lungo muro di demarcazione rimasto in gran parte intatto. La posizione panoramica di Genuina è tale che ha costituito uno degli undici punti di riferimento scelti a fine Ottocento dal famoso topografo Max Rosenmund quando, attraverso complessi calcoli trigonometrici, ha realizzato il reticolo virtuale che ha permesso la tracciatura corretta della galleria del Sempione. Sul bordo dell’alpeggio, una croce di metallo è stata inastata sul pilastrino troncoconico che serviva da supporto per il teodolite con il quale venivano effettuate le misurazioni di precisione in un’epoca nella quale la tecnologia satellitare era ancora ben al di là da immaginarsi. Poco distante dall’alpeggio, sul sentiero che conduce alla Colmine di Crevola, è visibile una croce in sasso, risalente forse al XVII secolo, con la finestrella protetta da una copertura metallica per infilarvi le crocette di cera in occasione delle processioni rogazionali. Lasciati i prati fioriti di Genuina, si rientra nel bosco e si scende in circa 40′ all’Alpe Cheggio (1378 m), dove, oltre al grande abbeveratoio scavato a mano nel 1877, si può ammirare un secolare abete monumentale dalla forma inusuale. Ripreso il cammino, si giunge in breve alla linda e grande cappella, dedicata alla Madonna e provvista di un diario per le firme dei visitatori, davanti alla quale si apre uno stupendo panorama sulla Valle Antigorio e le montagne della Val Formazza. Poco distante si incontra la pietra miliare che fino al 1928 segnava il confine comunale tra Crodo (indicato con una curiosa “C” rovesciata) e Mozzio, allora separati. È inoltre visibile la “Cantina di Benedetto”, il luogo sotto un masso in cui gli alpigiani tenevano al fresco i loro alimenti. Da lì il sentiero scende attraverso un’abetaia e, attraversata la piazzola che ospitava una carbonaia, giunge in una quarantina di minuti alla località Giavinotto (1060 m), nei pressi della quale sono visibili due interessanti abbeveratoi in lastre di pietra. In qualche minuto si giunge poi a Flecchio (1115 m), piacevole località caratterizzata da prati ben curati e case ristrutturate in maniera rispettosa della tradizione, e in circa 30′ si torna a Foppiano.

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